Dramma in provincia di Teramo.
Un uomo di 68 anni ieri, verso le 12,30, si è tolto la vita ingerendo una massiccia dose di farmaci e poi mettendo la testa in un sacchetto di nylon: aveva già provato a uccidersi due giorni fa con le medicine, ma era stato salvato da un famigliare.
A trovare il suo corpo nel garage di casa è stato un agente della polizia municipale che era lì per fargli firmare un documento. Il vigile urbano ha subito allertato i soccorsi.
In serata è stata eseguita l’ispezione cadaverica: la morte sarebbe avvenuta per avvelenamento.
Alcuni conoscenti dichiarano che era preoccupato e straziato dal fatto che gli avessero tolto il reddito di cittadinanza, l'unico sostegno per fare mangiare la sua famiglia.
Il sessantottenne, è stato per diversi anni un imprenditore edile, ma con la crisi dell’edilizia di una decina di anni fa gli affari gli erano andati male, quindi si era trasferito a Controguerra dove gli era stato assegnato un appartamento delle palazzine Ata.