venerdì 3 febbraio 2023

ULTIM'ORA: Conte attacca, dimissioni subito per il sottosegretario Delmastro. Siete d'accordo?

Non si è fatta attendere la reazione della politica dopo le parole di Donzelli alla Camera in cui ha svelato notizie riservate dell’autorità giudiziaria. È lo stesso Sottosegretario alla giustizia del Mastro delle Vedove a ammettere di aver passato le informazioni al collega.


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Il Movimento 5 Stelle ha appena presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove per chiederne la revoca immediata dall’incarico.
Il suo comportamento svela una condotta grave e dolosa: non solo ha abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri di ufficio ma, nei fatti, ha anche recato un danno alle attività investigative sulla mafia e sul terrorismo.

giovedì 2 febbraio 2023

Caso Cospito, mossa di Conte per inguaiare il partito della Meloni. Ecco cosa ha annunciato. LEGGI

Il Movimento Cinque Stelle ha presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, a seguito di gravi accuse di abuso di potere e violazione dei doveri di ufficio. Lo ha annunciato il presidente del Movimento, Giuseppe Conte.

Secondo la mozione, il comportamento di Delmastro Delle Vedove avrebbe recato un danno alle attività investigative svolte dalle forze dell'ordine contro la mafia e il terrorismo. Il Movimento ha quindi chiesto la revoca immediata di Delmastro dall'incarico.

Il Movimento Cinque Stelle ha infine ribadito la sua determinazione a combattere qualsiasi forma di illegalità e corruzione, sottolineando l'importanza della trasparenza e della responsabilità nello svolgimento delle funzioni pubbliche. L'azione intrapresa contro Delmastro Delle Vedove è solo l'ultima di una serie di misure prese dal Movimento per assicurare una maggiore legalità nella gestione della cosa pubblica.

VIGILANZA PRIVATA: stop alle trattative per rinnovo contrattuale. I datori propongono 3 euro in più al mese. LEGGI


Nuovo stop nelle negoziazioni per rinnovare il contratto nazionale per la vigilanza privata e servizi fiduciari firmato da Cgil e Cisl, che prevede una paga di 5,49 euro lordi l’ora. L’ennesima battuta d’arresto è arrivata dopo che le associazioni datoriali hanno proposto un aumento di soli 110 euro lordi spalmati su 5 anni, spiega Emy Francato, sindacalista Filcams-Cgil Veneto e lavoratore dei servizi di sicurezza, a ilfattoquotidiano. “Una presa in giro per tutto il comparto della vigilanza privata”, sintetizza il sindacalista. “Siamo in attesa di una loro convocazione, se non arriva in tempi brevi siamo pronti a continuare la mobilitazione, anche a livello nazionale”, aggiunge Emanuele Ferretti, che segue il tavolo delle trattative per Filcams-Cgil.

Nel frattempo è stata lanciata una petizione per sbloccare la situazione, anche se “per ora non c’è alcun segnale di volere riprendere la trattativa”, aggiunge Francato. Un assist arriva però dalla sezione lavoro della Corte di Appello di Milano, che ha condannando l’azienda del trasporto pubblico Atm e un suo subappaltatore nel campo della vigilanza a risarcire per migliaia di euro quattro addetti alla vigilanza pagati per anni 950 euro lordi al mese lavorando 173 ore su turni notturni da oltre 11 ore ciascuno. Proposte insufficienti – “Con la petizione chiediamo al Ministero dell’Interno e quello del Lavoro di accogliere una delegazione di lavoratori, per poter esprimere le nostre problematiche”, chiarisce Francato. Il tavolo è saltato perché le proposte sono state giudicate “insufficienti rispetto al rinnovo del contratto e anche rispetto all’inflazione”, spiega Ferretti.

L’ultimo incontro con le associazioni datoriali è stato il 10 gennaio. Le proposte ricevute “non coprono né il mancato adeguamento contrattuale degli ultimi anni, né le previsioni per i prossimi”, aggiunge Ferretti. Non si tiene quindi conto dell’aumento del costo della vita, nettamente superiore a 8 anni fa. “È una vertenza complessa”, ammette Ferretti, perché tiene insieme diversi aspetti.

Perché non viene rinnovato il contratto – “Ai datori di lavoro conviene non rinnovare il contratto perché i costi per loro così rimangano bassi”, denuncia Ferretti. “Anche diverse strutture pubbliche fanno affidamento su questi servizi”, chiarisce il sindacalista. Le associazioni datoriali spiegano che negli ultimi anni hanno dovuto sopportare un aumento dei costi, soprattutto legato alla crescita del prezzo del carburante che rende più oneroso finanziare gli spostamenti. Ad esempio, quelli delle macchine della vigilanza privata per i servizi di ronda.

Tuttavia, precisa il sindacalista, “gli stessi aumenti ricadono anche sulla vita di tutti i giorni dei lavoratori”. Con gli straordinari che si fanno regola, però, i turni di lavoro diventano presto insostenibili e soprattutto nei territori dove si possono trovare altri impieghi sono sempre di più le persone che cercano alternative. Le trattative si sono interrotte in un momento, secondo Ferretti, di crescita economica per le aziende che gestiscono gli appalti. “Non abbiamo ancora fissato una data anche perché le varie associazioni datoriali non trovavano un accordo sull’offerta da farci”, conclude Ferretti.

La sentenza – Proprio i salari del contratto per la vigilanza privata e dei servizi fiduciari sono stati oggetto di una sentenza d’appello del tribunale di Milano depositata lo scorso 24 gennaio. Pagare gli addetti ai lavori 5 euro lordi l’ora è incostituzionale – spiega la sentenza – anche se su base di un contratto nazionale negoziato dai sindacati. “Il limite della povertà assoluta per una persona fra i 18 e i 59 anni residente in un’area metropolitana del nord Italia” – si legge – “è di 834,66 euro elevata a 1.600 euro mensili nel caso di moglie e due figli a carico in età compresa fra 4 e 10 anni”. Cifre spesso al di sopra di quelle corrisposte a chi è impiegato nella vigilanza privata, settore in cui i lavoratori non ricevono un salario che permette “un’esistenza libera e dignitosa”, né di “far fronte alle esigenze di vita proprie e della famiglia”, chiarisce la sezione lavoro della Corte di Appello milanese.

L’Atm di Milano e una azienda subappaltatrice dovranno quindi risarcire gli addetti e aumentare lo stipendio mensile lordo a 1.218 euro.

venerdì 27 gennaio 2023

Al Governo c'è la destra. Ma per i giornalai il nemico numero uno è sempre Giuseppe Conte. LEGGI

Attacchi continui da Repubblica e Corriere al presidente del M5S Giuseppe Conte. E il direttore di Libero supera ogni limite.
Partiamo da quanto scritto ieri sul Corriere della Sera dal suo editorialista di punta, Massimo Franco: "In apparenza è solo l’ennesima dimostrazione del trasformismo grillino. Giuseppe Conte va a Bruxelles a cercare una sponda per fare entrare il M5S nel gruppo dei Verdi. E liquida l’adesione del passato a partiti euroscettici come il tedesco di estrema destra AfD e l’inglese Ukip di Nigel Farage, regista della Brexit, come ‘errori di gioventù’ del Movimento.
Ma martedì, in Parlamento, il M5S ha votato compatto contro gli aiuti militari all’Ucraina. E ieri sul blog di Beppe Grillo è apparso un attacco frontale al premier ucraino, all’Ue e alla Nato". Insomma, scrive la firma del CorSera, "i Verdi nordeuropei diffidano dei grillini. E quelli italiani ironizzano sugli ‘errori di gioventù’ evocati dall’ex premier del M5S. Ricorda Angelo Bonelli, il portavoce: ‘Conte ha quasi 60 anni. Il problema è che cambia idea troppo spesso".
Strano attacco: martedì i Verdi hanno votato contro gli aiuti militari insieme al M5S". A quanto pare, l’unica preoccupazione dei grandi giornali risulta essere la coerenza o meno di Giuseppe Conte. E c’è un gran da farsi per mostrare tutto quello che non torna. Anche su tematiche non proprio così capitali per il nostro Paese , come l’eventuale alleanza in Europa del Movimento cinque stelle con i Verdi.
D’altronde la preoccupazione del Corriere fa scopa con quella di Repubblica. Sempre ieri nella rubrica tenuta da Francesco Merlo, una lettrice ha posto all’editorialista la stessa questione. La risposta dell’editorialista, manco a dirlo, non si è fatta attendere. Conte "ha sempre finto tutto e il contrario di tutto" per Merlo. Che, ovviamente, non si è lasciato scappare l’occasione per insistere ulteriormente: "Dal giugno 2018, quando fu inventato come invenzione giuridica dall’Italia a cinque stelle, ha sempre fatto ‘sinceramente finta’ senza mai sbagliare maschera".
Ecco perché, secondo Merlo, "adesso finge, in Europa, di essere il capo dei Verdi italiani. Il gioco delle parti è la sua scienza, l’arte di sfuggire da se stesso, di disporre di identità supplementari e di fare per gli altri carte false pur conoscendo le vere". Ma Merlo non si accontenta e dunque si rivolge direttamente alla lettrice: "cara Masera, ogni tanto mi dicono: ce l’hai con Conte. Ma non è vero: Conte ha il fascino letterario dell’uomo in fuga senza fine da stesso".
Per carità: nessuno pensi che Merlo ce l’abbia con Conte. No. Le sue, evidentemente, sono parole di affetto. Di un uomo certamente non in fuga, ma confuso sull’attualità certamente. Perché l’editorialista sembra parlare quasi come se alla maggioranza ci fosse Giuseppe Conte e non Giorgia Meloni. Quasi come se fosse più grave l’alleanza coi Verdi che, tanto per dire, il decreto che toglie dignità ai migranti o il nuovo invio indiscriminato di armi all’Ucraina col rischio di cadere senza ritorno in una guerra mondiale.
Al di là delle battute, la vera questione è che pare davvero che per i quotidiani main-stream il Movimento cinque stelle sia ancora al governo mentre i "poteri forti" sono all’opposizione. Forse nessuno ha fatto caso che sono passati mesi, che nel frattempo anche il Pd ha governato coi pentastellati e che in varie regioni amministrano assieme la cosa pubblica.
E invece forse bisognerebbe far notare, sommessamente, che il rivale politico su cui concentrarsi è Giorgia Meloni, è la destra che governa questo Paese con provvedimenti che rischiano di minare in alcuni casi la tenuta della nostra democrazia. Ma pare che tanto per Repubblica quanto per il Corriere questo non sia né un problema né un pericolo.

ULTIM'ORA: Gli italiani bocciano il Riarmo della Meloni, soldi tolti ai cittadini Italiani e all'ambiente.


L'Italia ha espresso la sua forte preoccupazione relativa alla decisione dell'Ucraina di riarmare le proprie forze armate nell'ambito di una politica di contenimento della Russia. La segretaria italiana per la Difesa, Elisabetta Trenta, ha commentato la decisione dell'Ucraina con le seguenti dichiarazioni: "I soldi spesi per il riarmo sarebbero stati utilizzati in modo più efficace spendendoli per welfare e ambiente."

L'Ucraina è stata al centro di una tensione con la Russia da quando ha ottenuto l'indipendenza dall'Unione Sovietica nel 1991. La Russia ha sostenuto una milizia separatista nell'est dell'Ucraina, che ha portato a quattro anni di guerra e alla conseguente destabilizzazione del Paese. L'Ucraina ha recentemente deciso di riarmare le proprie forze armate, con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza nazionale.

Gli esperti italiani sostengono che l'Ucraina stia sbagliando a spendere soldi preziosi per la difesa invece di concentrarsi sulla salvaguardia del welfare e dell'ambiente. L'Italia, insieme all'Unione Europea, ha espresso la sua preoccupazione per la scelta dell'Ucraina e ha affermato che il rischio di una nuova escalation della tensione tra l'Ucraina e la Russia è molto alto.