martedì 7 febbraio 2023
Giuseppe Conte umilia Matteo Renzi. Siete d'accordo con quello che ha detto?
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, si è riferito alle parole di Matteo Renzi, leader di Italia viva, che lo accusava di essere una Twingo. No, dice Conte, Renzi ha detto che prima di entrare in politica si sarebbe potuto permettere una Twingo, mentre con i soldi dei sauditi una Ferrari.
lunedì 6 febbraio 2023
ULTIM'ORA: Accordo tra PD e Berlusconi, ridare soldi ai partiti. Tornare al finanziamento pubblico ai partiti per spaccare la maggioranza.
In commissione Affari Costituzionali del Senato, infatti, è stato incardinato un disegno di legge del Pd a prima firma Andrea Giorgis che propone di aumentare il finanziamento pubblico ai partiti, con il meccanismo del 21000, da 25,1 a 45 milioni l’anno e allo stesso tempo dimezzare da 100 mila a 50 mila euro il tetto alle donazioni private per ridurre il potere di influenza delle lobby. I vertici del partito di Meloni hanno già fatto sapere ai colleghi di essere contrari al ritorno al finanziamento pubblico perché “si darebbe un messaggio sbagliato al Paese in un momento di difficoltà”. Un concetto che il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Alberto Balboni, ha più volte ribadito ai colleghi di maggioranza. In commissione Affari Costituzionali sono emerse le prime posizioni politiche.
Fratelli d’Italia – tramite i senatori Marco Lisei e Costanzo Della Porta – ha chiesto di non limitare i finanziamenti privati. Il governo, con la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, invece si è limitato a chiedere più trasparenza. Secondo i dati del ministero dell’Economia, nel 2022 il partito che ha ricevuto più risorse dal 21000 è il Pd con 7,3 milioni di euro, poi FdI con 3,1 milioni di euro e a seguire la Lega per 1,6 milioni di euro. Terzultima – davanti solo a Possibile e Italexit – Forza Italia.
“Berlusconi sa che siamo in difficoltà e non ne può più di salvare i conti del partito – ammette Alfredo Messina, tesoriere di Forza Italia – per questo va ripristinato il finanziamento pubblico e devono essere d’accordo tutti. Sistema che, conclude Messina, permette di “stare attenti a non spendere soldi che non si hanno e una vera trasparenza”.
venerdì 3 febbraio 2023
ULTIM'ORA: Conte attacca, dimissioni subito per il sottosegretario Delmastro. Siete d'accordo?
Non si è fatta attendere la reazione della politica dopo le parole di Donzelli alla Camera in cui ha svelato notizie riservate dell’autorità giudiziaria. È lo stesso Sottosegretario alla giustizia del Mastro delle Vedove a ammettere di aver passato le informazioni al collega.
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Il Movimento 5 Stelle ha appena presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove per chiederne la revoca immediata dall’incarico.
Il suo comportamento svela una condotta grave e dolosa: non solo ha abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri di ufficio ma, nei fatti, ha anche recato un danno alle attività investigative sulla mafia e sul terrorismo.
giovedì 2 febbraio 2023
Caso Cospito, mossa di Conte per inguaiare il partito della Meloni. Ecco cosa ha annunciato. LEGGI
Il Movimento Cinque Stelle ha presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, a seguito di gravi accuse di abuso di potere e violazione dei doveri di ufficio. Lo ha annunciato il presidente del Movimento, Giuseppe Conte.
Secondo la mozione, il comportamento di Delmastro Delle Vedove avrebbe recato un danno alle attività investigative svolte dalle forze dell'ordine contro la mafia e il terrorismo. Il Movimento ha quindi chiesto la revoca immediata di Delmastro dall'incarico.
Il Movimento Cinque Stelle ha infine ribadito la sua determinazione a combattere qualsiasi forma di illegalità e corruzione, sottolineando l'importanza della trasparenza e della responsabilità nello svolgimento delle funzioni pubbliche. L'azione intrapresa contro Delmastro Delle Vedove è solo l'ultima di una serie di misure prese dal Movimento per assicurare una maggiore legalità nella gestione della cosa pubblica.
VIGILANZA PRIVATA: stop alle trattative per rinnovo contrattuale. I datori propongono 3 euro in più al mese. LEGGI
Nel frattempo è stata lanciata una petizione per sbloccare la situazione, anche se “per ora non c’è alcun segnale di volere riprendere la trattativa”, aggiunge Francato. Un assist arriva però dalla sezione lavoro della Corte di Appello di Milano, che ha condannando l’azienda del trasporto pubblico Atm e un suo subappaltatore nel campo della vigilanza a risarcire per migliaia di euro quattro addetti alla vigilanza pagati per anni 950 euro lordi al mese lavorando 173 ore su turni notturni da oltre 11 ore ciascuno. Proposte insufficienti – “Con la petizione chiediamo al Ministero dell’Interno e quello del Lavoro di accogliere una delegazione di lavoratori, per poter esprimere le nostre problematiche”, chiarisce Francato. Il tavolo è saltato perché le proposte sono state giudicate “insufficienti rispetto al rinnovo del contratto e anche rispetto all’inflazione”, spiega Ferretti.
L’ultimo incontro con le associazioni datoriali è stato il 10 gennaio. Le proposte ricevute “non coprono né il mancato adeguamento contrattuale degli ultimi anni, né le previsioni per i prossimi”, aggiunge Ferretti. Non si tiene quindi conto dell’aumento del costo della vita, nettamente superiore a 8 anni fa. “È una vertenza complessa”, ammette Ferretti, perché tiene insieme diversi aspetti.
Perché non viene rinnovato il contratto – “Ai datori di lavoro conviene non rinnovare il contratto perché i costi per loro così rimangano bassi”, denuncia Ferretti. “Anche diverse strutture pubbliche fanno affidamento su questi servizi”, chiarisce il sindacalista. Le associazioni datoriali spiegano che negli ultimi anni hanno dovuto sopportare un aumento dei costi, soprattutto legato alla crescita del prezzo del carburante che rende più oneroso finanziare gli spostamenti. Ad esempio, quelli delle macchine della vigilanza privata per i servizi di ronda.
Tuttavia, precisa il sindacalista, “gli stessi aumenti ricadono anche sulla vita di tutti i giorni dei lavoratori”. Con gli straordinari che si fanno regola, però, i turni di lavoro diventano presto insostenibili e soprattutto nei territori dove si possono trovare altri impieghi sono sempre di più le persone che cercano alternative. Le trattative si sono interrotte in un momento, secondo Ferretti, di crescita economica per le aziende che gestiscono gli appalti. “Non abbiamo ancora fissato una data anche perché le varie associazioni datoriali non trovavano un accordo sull’offerta da farci”, conclude Ferretti.
La sentenza – Proprio i salari del contratto per la vigilanza privata e dei servizi fiduciari sono stati oggetto di una sentenza d’appello del tribunale di Milano depositata lo scorso 24 gennaio. Pagare gli addetti ai lavori 5 euro lordi l’ora è incostituzionale – spiega la sentenza – anche se su base di un contratto nazionale negoziato dai sindacati. “Il limite della povertà assoluta per una persona fra i 18 e i 59 anni residente in un’area metropolitana del nord Italia” – si legge – “è di 834,66 euro elevata a 1.600 euro mensili nel caso di moglie e due figli a carico in età compresa fra 4 e 10 anni”. Cifre spesso al di sopra di quelle corrisposte a chi è impiegato nella vigilanza privata, settore in cui i lavoratori non ricevono un salario che permette “un’esistenza libera e dignitosa”, né di “far fronte alle esigenze di vita proprie e della famiglia”, chiarisce la sezione lavoro della Corte di Appello milanese.
L’Atm di Milano e una azienda subappaltatrice dovranno quindi risarcire gli addetti e aumentare lo stipendio mensile lordo a 1.218 euro.
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