giovedì 16 febbraio 2023

Guai per la Meloni. L'Europa ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia, il RDC deve rimanere, è un diritto di tutti i cittadini europei.

L'Unione Europea (UE) ha aperto una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia a causa di una discriminazione ingiusta verso certi cittadini che risiedono nel paese da meno di 10 anni. Secondo quanto stabilito dalla Commissione Europea, il Reddito di Cittadinanza italiano avrebbe dovuto essere accessibile a tutti i cittadini europei senza differenze di durata del soggiorno.

L'Italia ha rifiutato la richiesta della Commissione Europea di modificare la legge, ritenendo che sarebbe stato impossibile per l'amministrazione soddisfare una tale richiesta. Perciò, la Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione.

Secondo quanto stabilito, i cittadini dell'UE che hanno un titolo di soggiorno permanente ed una residenza nel paese da almeno 10 anni potranno accedere al Reddito di Cittadinanza. Inoltre, l'UE sta cercando di garantire l'accesso ai cittadini europei che hanno meno di 10 anni di residenza, ma che risiedono in Italia in modo continuativo.

Questa controversia è importante, poiché si tratta di una discriminazione ingiusta nei confronti dei cittadini dell'UE che vivono e lavorano in Italia da meno di 10 anni. La Commissione Europea spera che con una procedura di infrazione si possa porre fine a questa situazione.


martedì 7 febbraio 2023

Giuseppe Conte umilia Matteo Renzi. Siete d'accordo con quello che ha detto?

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, si è riferito alle parole di Matteo Renzi, leader di Italia viva, che lo accusava di essere una Twingo. No, dice Conte, Renzi ha detto che prima di entrare in politica si sarebbe potuto permettere una Twingo, mentre con i soldi dei sauditi una Ferrari. 



lunedì 6 febbraio 2023

ULTIM'ORA: Accordo tra PD e Berlusconi, ridare soldi ai partiti. Tornare al finanziamento pubblico ai partiti per spaccare la maggioranza.

In commissione Affari Costituzionali del Senato, infatti, è stato incardinato un disegno di legge del Pd a prima firma Andrea Giorgis che propone di aumentare il finanziamento pubblico ai partiti, con il meccanismo del 21000, da 25,1 a 45 milioni l’anno e allo stesso tempo dimezzare da 100 mila a 50 mila euro il tetto alle donazioni private per ridurre il potere di influenza delle lobby. I vertici del partito di Meloni hanno già fatto sapere ai colleghi di essere contrari al ritorno al finanziamento pubblico perché “si darebbe un messaggio sbagliato al Paese in un momento di difficoltà”. Un concetto che il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Alberto Balboni, ha più volte ribadito ai colleghi di maggioranza. In commissione Affari Costituzionali sono emerse le prime posizioni politiche.

Fratelli d’Italia – tramite i senatori Marco Lisei e Costanzo Della Porta – ha chiesto di non limitare i finanziamenti privati. Il governo, con la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, invece si è limitato a chiedere più trasparenza. Secondo i dati del ministero dell’Economia, nel 2022 il partito che ha ricevuto più risorse dal 21000 è il Pd con 7,3 milioni di euro, poi FdI con 3,1 milioni di euro e a seguire la Lega per 1,6 milioni di euro. Terzultima – davanti solo a Possibile e Italexit – Forza Italia.

“Berlusconi sa che siamo in difficoltà e non ne può più di salvare i conti del partito – ammette Alfredo Messina, tesoriere di Forza Italia – per questo va ripristinato il finanziamento pubblico e devono essere d’accordo tutti. Sistema che, conclude Messina, permette di “stare attenti a non spendere soldi che non si hanno e una vera trasparenza”.

venerdì 3 febbraio 2023

ULTIM'ORA: Conte attacca, dimissioni subito per il sottosegretario Delmastro. Siete d'accordo?

Non si è fatta attendere la reazione della politica dopo le parole di Donzelli alla Camera in cui ha svelato notizie riservate dell’autorità giudiziaria. È lo stesso Sottosegretario alla giustizia del Mastro delle Vedove a ammettere di aver passato le informazioni al collega.


Continua sui social

Il Movimento 5 Stelle ha appena presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove per chiederne la revoca immediata dall’incarico.
Il suo comportamento svela una condotta grave e dolosa: non solo ha abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri di ufficio ma, nei fatti, ha anche recato un danno alle attività investigative sulla mafia e sul terrorismo.

giovedì 2 febbraio 2023

Caso Cospito, mossa di Conte per inguaiare il partito della Meloni. Ecco cosa ha annunciato. LEGGI

Il Movimento Cinque Stelle ha presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, a seguito di gravi accuse di abuso di potere e violazione dei doveri di ufficio. Lo ha annunciato il presidente del Movimento, Giuseppe Conte.

Secondo la mozione, il comportamento di Delmastro Delle Vedove avrebbe recato un danno alle attività investigative svolte dalle forze dell'ordine contro la mafia e il terrorismo. Il Movimento ha quindi chiesto la revoca immediata di Delmastro dall'incarico.

Il Movimento Cinque Stelle ha infine ribadito la sua determinazione a combattere qualsiasi forma di illegalità e corruzione, sottolineando l'importanza della trasparenza e della responsabilità nello svolgimento delle funzioni pubbliche. L'azione intrapresa contro Delmastro Delle Vedove è solo l'ultima di una serie di misure prese dal Movimento per assicurare una maggiore legalità nella gestione della cosa pubblica.