venerdì 13 gennaio 2023

ULTIM'ORA: Processo Open Arms, Salvini rischia 15 anni di carcere per sequestro di persona.

Riprende oggi il processo a Matteo Salvini, accusato di sequestro di persone e rifiuto di atti di ufficio, per non avere autorizzato nell'agosto 2019 lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave Open Arms.

Salvini: «Rischio 15 anni per aver difeso l'Italia»

«Oggi sono per l'ennesima volta a Palermo, nell'Aula Bunker dell'Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo OpenArms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l'Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge. Sono attesi come testimoni dell'accusa Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, non ci annoieremo. » Così, su Facebook, Matteo Salvini.

Lo ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno, all'inizio dell'udienza del processo OpenArms che vede imputato il suo assistito Matteo Salvini, secondo quanto riporta una nota della Lega.

Conte: «Su redistribuzione migranti litigai con gli altri leader europei»

«Costrinsi i leader europei ad affrontare il tema dei flussi migratori radicalmente, fermando la discussione nel corso di un vertice europeo e minacciando che non saremmo andati avanti se non avessimo affrontato questo argomento e concordato che la gestione dei flussi non poteva essere affidata ai Paesi di primo approdo. » Così l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, leader dei 5Stelle, ricorda il suo impegno, nel 2018, per una redistribuzione dei profughi tra i Paesi europei. Conte sta deponendo al processo all'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini imputato a Palermo di rifiuto di atti d'ufficio e sequestro di persona. «Da subito quando mi insediai nel 2018 - ha spiegato - compresi che uno degli aspetti fondamentali era ottenere un passo avanti dall'Europa nella gestione complessiva del fenomeno, cioè non potevamo gestire il fenomeno da soli e infatti elaborai di mio pugno con il mio staff e con diplomatici un progetto da presentare ai leader europei».

ULTIM'ORA: Governo Meloni, tensioni con Lega e Forza Italia. Si va verso la rottura?

Tensioni nella maggioranza sulla decisione sulle accise. Crepe anche sulle nomine. Il caro benzina e le nomine di primavera. Ogni giorno un esponente della maggioranza si alza e rilascia dichiarazioni in controtendenza rispetto alla linea di Palazzo Chigi.

«Hanno fatto tutto Giorgia e Giorgetti», racconta sottovoce un esponente dell'esecutivo, uno di quelli che si sentono tagliati fuori dalle scelte importanti. Dalle nomine al vertice delle tre agenzie fiscali sino all’emergenza carburanti «decide tutto lei», la cantilena ai vertici di Forza Italia e Lega, a volte intonata con la variazione «decidono tutto loro». La premier e il ministro dell'Economia. Rispondendo al question time del Senato, il ministro ha fatto riferimento alla norma che potrebbe consentire di ridurre le accise «in relazione all’incremento verificato dei prezzi dei carburanti».

«Non ci sono le condizioni spiegano nello staff di Meloni, Giorgetti è stato interpretato male». Il piccolo incidente di comunicazione rivela quanta confusione ci sia in questi giorni nella maggioranza. Meloni in tv ha lodato la «grande coesione» della squadra e ha derubricato a «racconti fantasiosi» le ricostruzioni sui rapporti tra le forze politiche. Basta ascoltare i silenzi di chi, Matteo Salvini in primis, assiste alle difficoltà della premier senza parlare in suo soccorso.

A sentire i fedelissimi di Meloni, «i mal di pancia sono solo nell'area ronzulliana». Chi parla con Berlusconi sa che l’ex premier ritiene il decreto benzina un pasticcio dal sapore populista e il mancato taglio delle accise un «errore di valutazione» dellâ Economia, dove si aspettavano la discesa dei prezzi dei carburanti. Forza Italia favorevole alla ratifica, «per non restare isolati in Europa». Meloni da tempo contraria.

Tanto che ieri il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità , Pierre Gramegna, volato a Roma per un faccia a faccia. La premier italiana ritiene che il Mes sia uno strumento «anomalo» e chiede alla Ue di «verificare possibili correttivi»

ULTIM'ORA: Figuraccia della Meloni fa marcia indietro sulla benzina. Guardate cosa sta succedendo...

Il testo, di fatto, nemmeno i ministri lo hanno ancora visto di F. Prima mezza marcia indietro del governo sulle accise, appena 48 ore dopo il decreto trasparenza sui carburanti. Dopo le polemiche per lo stop agli sconti e di fronte ai rincari sul prezzo del carburante, l'esecutivo riunito in Consiglio dei ministri ha stabilito che un taglio delle accise ci sarà, se dovesse aumentare il prezzo del greggio con conseguenti maggiori entrate Iva. Ieri sera la premier Giorgia Meloni si è già spesa sui social in un video di 15 minuti. Il partito della premier è l’unico che si schiera compatto a rivendicare l’operazione “trasparenza”, anti-speculazione.

Il governo per correre ai ripari e non dare l’impressione di immobilismo di fronte a un tema sentito da tutti come quello del caro-carburanti, riesuma e riscrive una norma del 2007 che consentirà di usare eventuali maggiori entrate dell’Iva legate ad aumenti del greggio per abbassare il prezzo dei carburanti alla pompa. Il testo, di fatto, nemmeno i ministri lo hanno ancora visto. Ci sono problemi anche sul tetto ai prezzi in autostrada, che dovrebbe comunque applicarsi solo alle nuove concessioni anche per evitare problemi di costituzionalità.

lunedì 22 agosto 2022

Ultim'ora: Conte, il M5S in Sicilia correrà da solo. La Sicilia merita di più.

Le parole di Giuseppe Conte:
In Sicilia il Movimento 5 Stelle correrà da solo, per dare riscatto e dignità a tutta l'isola. 

Alcune settimane fa ero stato chiaro: quello che vale a Roma vale a Palermo. Sappiamo come è andata nella capitale: il Pd ha scelto l’agenda Draghi, rinnegando tutto il lavoro realizzato in direzione progressista durante il Conte II. Nonostante questo, in Sicilia abbiamo tentato fino all’ultimo di costruire un percorso comune, anche in considerazione del percorso di partecipazione costruito in occasione delle primarie.

Dal Partito democratico, però, ancora una volta non sono giunte risposte adeguate.
Siamo arrivati a questo paradosso: da una settimana c’è un’impasse dovuta all’insistenza dei democratici per infilare nelle liste esponenti impresentabili. Una posizione che ha messo in imbarazzo anche Caterina Chinnici, che è stata costretta a richiamare il Pd su questo punto: chi ha procedimenti penali pendenti deve restare fuori dalle liste.

Per noi la questione è semplice: abbiamo sempre detto che saremo stati garanzia di profili impeccabili, al servizio dei cittadini. L’asticella del senso delle Istituzioni con noi è sempre alta, tanto sul versante nazionale tanto sul versante locale. Questi segnali che ci arrivano dagli amici del Pd non sono affatto incoraggianti.

La Sicilia merita francamente di più. Ai cittadini abbiamo il dovere di trasmettere credibilità, trasparenza, passione. In una parola, fiducia: quella che sembra ancora una volta mancare. Questa nostra linea di condotta è una garanzia per i siciliani e per tutti gli italiani: saremo sempre #dallapartegiusta

giovedì 11 agosto 2022

Conte zittisce la giornalista, ma lei sa cos'è l'agenda Draghi? Guardate.



MA QUALE AGENDA DRAGHI!
Letta e il PD attaccano il MoVimento 5 Stelle e dichiarano di voler proseguire con l'agenda Draghi. Ma quale agenda? Quella che ha cercato di smantellare il reddito di cittadinanza? Quella che si è messa di traverso sul tema cruciale dal salario minimo? Quella che ha ignorato la transizione ecologica? Magari anche quella che intendeva imbavagliare il Parlamento impedendo ogni discussione?

Come ha detto il Presidente Giuseppe Conte, “l'agenda Draghi” ha ben poco a che fare con i temi della giustizia sociale e della tutela ambientale. Ed è soprattutto lontanissima dall'agenda che intende invece perseguire il M5S: stop a salari da fame, stop alla precarietà, aumenti salariali, tutela delle PMI, lotta all’inquinamento. ⭐🇮🇹